venerdì 23 settembre 2011

IO AMO QUESTO UOMO

Scusate non voglio occupare il blog con i miei pensieri, ma penso che il link the mi appresto a postare merita di essere messo in risalto....Quest'uomo non smette mai di sorprendermi e di farmi sentire importate....con affetto.Un mito

upload di GodEsteban

mi perdoneranno gli "amici" juve***ni e BBilanisiti, ma sentivo di dover aggiungere qualcosa a quello che è successo oggi in conferenza stampa a Madrid.
Ha parlato Lui. E quando parla Lui non è mai qualcosa di banale.

Voglio ripercorrere i momenti trascorsi con luj in una NON breve fenomenologia di Mourinho..

Il suo nome fu accostato per la prima volta all'Inter in un giorno di primavera. Mr. simpatia Mancini era stato buttato fuori dalla champion's league al primo turno a scontri diretti per il terzo anno consecutivo, e nelle solite scene da psicodrammi interisti,  si presentò in conferenza stampa a dire che quelli sarebbero stati i suoi ultimi tre mesi nell'Inter senza avvertire nessuno in società (salvo poi ricredersi quando ormai l'Inter aveva preso altre strade e papparsi oltre 6 mesi di stipendio senza fare un cazzo).
Pochi giorni dopo, a Parigi, fuori da un hotel, furono fotografati Moratti e Mourinho, momentaneamente disoccupato dopo l'esonero dal Chelsea.
Jose Mourinho per tutti noi era quello strano personaggio che fece 70 metri di corsa dopo il gol all'ultimo minuto del suo Porto contro il Manchester United nei quarti di finale di Champion's, che scappò via durante la premiazione dopo la finale, e che faceva la pubblicità della carta di credito aprendo l'ombrello prima che iniziasse a piovere.
Arrivò in estate all'Inter, per uno stipendio che corrispondeva a una finanziaria del Congo.
La sua presentazione fu tutta un programma...In conferenza stampa un giornalista inglese chiese un parere su come si sarebbe trovato Essien nel campionato italiano. Controdomanda: "perchè mi chiede di un giocatore del Chelsea?". Il giornalista ridendo disse che era una maniera furba di fare la domanda che tutti avevano capito volesse fare. Risposta:" si, ma io non sono pirla!" Applausi in conferenza stampa.
Iniziò la stagione vincendo la supercoppa italiana e dedicandola a Roberto Mancini, perchè in fondo questo trofeo si giocava grazie a lui. Sarà l'ultima gentilezza riservata al Mancio. Il campionato partì con un sofferto pareggio a Genova, a memoria credo che gli attaccanti titolari quella sera fossero Ibra Mancini e Figo, con Balotelli subentrato. Mou non aveva potuto fare il mercato, chiese e ottene un solo giocatore, Quaresma, che oltre al forse dimenticato gol all'esordio contro il Catania (in realtà un autogol del portiere mi pare di ricordare), si rivelò un bidone maledetto, fischiato dal pubblico di casa dopo neanche un mese.
Però Mou già nel prepartita col Catania fece capire chi era Lui e cosa doveva essere la Sua Inter. I giornalisti chiedono che partita sarà; Josè risponde che se l'Inter è anche al 70% deve battere il Catania. Sono tutti spiazzati, dov'è finito il pallone che è rotondo, loro sono una squadra molto generosa, hanno Mascara che è molto pericoloso, non bisogna sottovalutarli perchè i cali di concentrazione e bla bla bla?
Mourinho è diretto, sbruffone, eccessivo, strafottente, arrogante, odiato, ma geniale. Non si fa altro che parlare di lui, mentre nello spogliatoio interista come al solito succede di tutto. Adriano scappa in Brasile, Maicon si presenta ubriaco a un allenamento, Ibra vuole andare via, Stankovic fa gli occhi dolci alla Juve. Niente. Tutti a parlare di Mourinho, che viene minacciato da LoMonaco e risponde che lui conosce il principato, il gp, Monaco di Baviera, ma non LoMonaco.
L'Inter è favorita dagli arbitri? Prostituzione intelectuale e via con un elenco di favori veri e presunti verso le altre grandi, che finiranno l'anno con zeru tituli.
Ma Mou non è solo folclore: fa costruire un ufficio ad Appiano per se e il suo staff, entra deciso nella dirigenza interista e progetta (si, progetta, in prima persona) in nuovi campi di allenamento dell'Inter; spiega tutto in un articolo pubblicato dalla Repubblica di Milano: il suo intervento principale è stato quello di esplodere l'area di gioco su un campo centrale largo e lungo più o meno il doppio di un normale campo di calcio, dove Lui è in mezzo e riesce a seguire tutti i reparti negli allenamenti specifici.
Esce dalla coppa e convoca una riunione con la dirigenza; a Marzo si pianifica (parola ormai desueta nel vocabolario nerazzurro) la stagione successiva. Prende Lucio a due lire quasi in scadenza, l'accoppiata Milito Motta dal Genoa, Sneijder all'ultimo giorno di mercato e avalla la cessione-truffa di Ibra per Eto'o e 50 milioni.
Inizia la stagione perfetta, Mou è già un idolo per i tifosi e un demone per gli avversari. Perde a Pechino con la Lazio pareggia in casa col Bari, poi inizia quello che tutti sappiamo. Una stagione travolgente, un turbinio di emozioni e polemiche. Mou inizia a odiare il calcio italiano che finge di non sopportarlo, ma parla sempre di lui. Sono tante le scene da ricordare, dalla corsa verso Julio Cesar a Kiev, al gesto delle manette durante Inter-Samp, dalle quattro punte contro il Siena in casa, alla sfida col Chelsea dove perfeziona il modulo che non abbandonerà più. Dagli screzi con Balotelli, il più promettente giocatore italiano, che la stampa incredibilmente condanna (pensate alla penosa campagna per Pazzini in questo periodo per due misere panchine), ai derby stravinti anche in nove.
Aveva dato consapevolezza di essere forti e l'illusione di essere invincibili, sapeva snaturare in corsa la sua idea di calcio e creare il catenaccio selvaggio del Camp Nou, perchè le geometrie di gioco sono un'enorme cazzata e gli schemi non sono assiomi matematici.
Si era però stancato del nostro calcio. Aveva in mente solo l'obiettivo e basta. In campionato aveva smesso di parlare con la stampa, rilasciava interviste solo dopo le partite di coppa, perchè obbligatorio. Le voci e i rumors prima della finale facevano presagire quello tutti temevano. La surreale conferenza stampa pre-finale fu tutta incentrata da parte dei giornalisti italiani sul suo addio.
Poi le lacrime in campo a Siena e in campo a Madrid, e in quel celeberrimo video con Materazzi, prima di andare via su una macchina del Real Madrid.
Mourinho è stato un lampo, una scossa durata due anni. Una di quelle cose che per dirla come il protagonista del mio amico Eric "ti riempie e ti fa scordare la tua vita di merda".
Una storia vissuta e intensa finita un pò così, con un pò di amaro, che però non riesce a scalfire ciò che di bello c'è stato. Mou e l'Inter sono ora due ex-amanti lontani che ogni tanto si incrociano e si lanciano messaggi senza bisogno di giri di parole, fino a quello di oggi: "io sono un interista non un pseudo interista, e sono felice quando vince l'Inter, chiunque ci sia alla sua guida".
Bene, bravo, grazie, Jose. Sei riuscito anche tu a rendere quasi simpatica la squadra più aristocratica d'Europa, la vecchia baldracca al quadrato.
E in fondo anche noi saremo contenti a ogni tua vittoria.
Ecco, finito, sono andato a memoria, qualcosa ho dimenticato, ma come direbbe Giovanni di AldoG&G, "non ce la faccio! non ce la faccio! troppe emozioni!"

GodEsteban

8 commenti:

  1. stavo per postare la stessa cosa. che mito assoluto....

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  2. tu sei tutto quello che...

    jedeteste

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  3. MA IO IL VIDEO NON L'AVEVO VISTO!!

    MITO ASSOLUTO!

    http://video.gazzetta.it/augurio-mourinho-ranieri/50f8bbc4-e5f0-11e0-9d61-b20c574b849b

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  4. Commento STRUGGENTE...conserverò quanto scritto e lo leggerò tra 50 anni a mio nipote Esteban Jr!

    Che anni quei due anni: Luci a San Siro!

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  5. dopo di lui, il diluvio http://giornalistinelpallone.corriere.it/2011/09/24/tutta-colpa-di-mourinho-dopo-di-lui-solo-macerie/

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  6. l'aggiunta di GodEsteban è troppo per noi cuori deboli interisti...mou uno di noi.

    jedeteste

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