Ieri
per i tifosi interisti è stato un giorno particolare, inutile nasconderselo. L’onnipresente
Presidente Massimo Moratti ha passato il timone della Società ad un illustre
sconosciuto venuto dal lontano sud est asiatico. Un signore dall’aspetto buffo
e rassicurante come quello di un pederasta, che suole portare camicie che
se fossero indossate da uno che dichiara meno di 300k l’anno impedirebbero
l’ingresso di quest’ultimo in Via Montenapo. Dopo una trattativa estenuante
durata l’intera estate ieri il tutto prende forma. Finisce un’epoca. La
globalizzazione entra in Italia, il campionato meno spettacolare, più
combattuto, più truffaldino, più razzista, più violento, più povero....ma
ancora il più bello di tutti, apre le porte allo straniero. Il veicolo? La
prima squadra di Milano, fondata nel 1908 da un gruppo di dissidenti
milanisti, che stanchi della policy aziendale di non far giocare gli stranieri
in squadra, fondarono una nuova società sportiva: FC Internazionale.
« Questa
notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo
sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale , perché noi siamo
fratelli del mondo. » (Giorgio
Muggiani, 9 marzo 1908
Nella
causa della nostra nascita ed in queste parole è sintetizzato lo spirito
dell’interista. Ed in Massimo Moratti ha trovato la sua affermazione. Un
presidente prima tifoso e poi uomo di dirigenza. In 18 anni ha rappresentato al
meglio l’interismo più esasperato, con gesti e decisioni spinte più dai
sentimenti che dalla ragione. A maggio quando si vociferava dell’avvento di
quest’omino Michelin venuto dall’Indonesia, tutti a dire (io compreso)
finalmente un po’ di grano fresco, basta campagne acquisti barbone, finalmente
si bussa alla porta degli altri club con un bel po di sano e profumato cash!
Ieri invece apro il Corriere.it ed in prima pagina, ecco la notizia, la
sentenza: Moratti lascia.
In
due secondi ho realizzato che abbiamo perso colui che meglio rappresenta il
nostro spirito, il nostro essere Bauscia. Criticare per dovere di lignaggio,
autolesionarsi in qualsiasi modo per redimere il nostro essere nati fortunati,
relazionarsi parlando di calcio con aplomb British sminuendo ogni sconfitta,
per poi soffrire come cani vietnamiti nell’intimità del nostro vespasiano al lunedì
mattina sfogliando la Gazza sull’iPad.
Massimo già mi manchi. Mi mancherà la
tua sigaretta eternamente accesa, mi mancherà il tuo cappotto color cammello,
mi mancherà il tuo ciuffo, mi mancherà il tuo abusare della parola “simpatico”,
mi mancheranno i tuoi modi gentili nel trattare i giornalisti; benché loro a 10
anni ricevevano 5,000 lire di paghetta al sabato, mentre a te di arrivava il
dividendo aziendale. Massimo mi mancheranno le tue decisioni sconsiderate, le
tue pazzie fatte solo per fanciullesca passione, e per quella morigerata
arroganza di chi pur sapendo di star sbagliando tra se e se dice: ”mah si,
tanto c’ho il grano che mi frega!”. Nel soddisfare i tuoi desideri, hai
realizzato anche i nostri. Ci hai portato Ronaldo al culmine della sua
carriera, hai tenuto a libro paga Recoba pagandolo 16 miliardi l’anno, perché
era il sinistro potenzialmente più forte del mondo. Ci hai regalato Vieri,
Etoo, Roberto Carlos, Djiorkaeff, Zamorano, R. Baggio, Zanetti, Simeone e tanti
altri ancora....
Come noi comuni mortali hai visto le tue speranze infrangersi
innanzi a bidoni quali Vampeta, Farinos, ed una sfilza di terzini sinistri
raccapriccianti che ci han fatto tanto piangere e che ti han causato il
ricevere un maremoto di nostri insulti. Dimenticandoci che tu, uno di noi,
soffrivi come noi, ma al contrario di noi, ci avevi messo pure il vile denaro.
Ci hai fatto sognare con i tuoi fantamiliardi, non vedevamo l’ora che finisse
l’ennesimo campionato balordo, per riprendere a sognare con il calciomercato. E
si sognare....18 anni sempre ad inseguire a combattere, a non essere mai
appagati. Perché questa è la nostra indole. Citando Willy di Yuppies 1: “L’uomo
ama idealizzare, quando il sogno si realizza scatta l’indifferenza.” Il nostro
sogno non si è mai avverato, continuiamo ad inseguire non sappiamo chi, non
sappiamo cosa, ma non ci basta mai quel che abbiamo.
22 maggio 2010, data
indelebilmente tatuata a caratteri cubitali sul mio pene (ok lo ammetto ho
accorciato a: 22/05/10) poteva essere la terra promessa, il Santo Graal, il
coronamento di 1000 battaglie....ed invece neanche 10 minuti dalla premiazione
e già i primi ammutinamenti, i primi addii ....siamo stati in grado di
rovinarci anche quella serata. Ma in fondo chi
se ne frega?!?! E’ una vita che ci comportiamo cosi! Caro Massimo grazie di
tutto. Grazie dei mille ragali fatti, grazie anche per i patimenti subiti...in
fondo anche loro mi hanno aiutato a crescere. Caro Massimo ora mi piacerebbe
che tu sparissi. Non potendo più vederti in tribuna la domenica avvolto nel
tuo cappotto color cammello a soffrire e non potendo più leggere nei tuoi occhi
frasi tipo: ”barbone di un Alvarez, io ti faccio bastonare dal filippino!”,
preferisco non vederti piu…..invece temo che tu allo stadio continuerai a
sederti, a soffrire e nei tuoi occhi, vedere solo l’impotente luccichio di un
bambino qualunque amareggiato dai suoi beniamini.
Forse
ora che ci saluti, arriveranno davvero i fantamilioni di Tahoir, ma non li
sentiremo nostri come i tuoi. Arriveranno grandi calciatori, ma non avranno
innanzi ai nostri occhi l’onore di essere battezzati da te. Tahoir ricomprerà i
diritti, permettendo a Pazza Inter di rimbombare nuovamente al Meazza, ma
purtroppo adesso Luci a San Siro non sarà
più la stessa cosa.
Grazie
ancora Massimo!
Il Bauscia
struggente...
RispondiEliminae vogliamo il famoso cappotto color cammello nel museo dell'inter!
Commovente, 18 anni di passione e pazzia in poche righe. Solo il video della semifinale di ritorno a casa Azzalini potrebbe completare questo post.
RispondiEliminaZorroBoban '91'92