lunedì 4 novembre 2013

Un tranquillo pomeriggio nell'operoso nord-est

Il mondo ormai sta cambiando
e cambierà di più
Ma non vedete nel cielo
quelle macchie di nero e di blu
È la pioggia che va, e ritorna il sereno
È la pioggia che va, e ritorna il sereno
(shel shapiro, i rokes. In ricordo di Casciavit)

In una tranquilla e piovosa domenica nell'operoso nord-est, mentre il nostro fido Bauscia corre la Maratona di New York al Friuli di Udine va in scena l'armata (sic!) nerazzurra.
Memori delle 5 scoppole prese in casa l'anno scorso in tempi più che bui, e memori che l'Udinese ha nel suo dna una molecola che appena vede nerazzurro scatta, provocando una reazione uguale e contraria detta anche "stracacamento di cazzo sempre e comunque" (ricordiamo tra gli altri l'interruzione di record dell'Inter di Mancini, e la sconfitta di quella di Leonardo con addio allo scudetto), ci apprestiamo a seguire la beneamata nello stadio che fu di Zico, Bierhoff, Amoroso, Sanchez, e del trio Bertotto-Calori-Sottil di cui accanto  abbiamo una foto la sera dopo la vittoria al delle Alpi per 3-0 in dieci nel 1998.

Insomma in casa della formazione che ricorda per colori squadre di dubbia moralità e dubbio gusto, scende un campo la solita Inter con l'unica novità di Taider a centrocampo a scapito di Kovacic.
L'Udinese invece presenta gente sconosciuta anche ai magazzinieri che faticano ad assegnare le maglie. Maglie che recano lo sponsor di un tipo che vende biciclette, sempre lì nell'operoso nord-est.

Adeguatasi immediatamente all'ambiente, l'Inter si mette a macinare gioco e intorno al 20esimo si capisce il tempo è maturo per domare le zebrette. E infatti con un uno-due micidiale su calci piazzati, Palacio e Ranocchia sbrigano la pratica Udinese.
Il terzo gol di Alvarez arriva a tempo quasi scaduto, ma l'Inter oggi non ha rischiato nulla e ha dominato, complice anche la peggiore Udinese degli ultimi anni, squadra che è riuscita a perdere senza fare gol contro il Milan e abbiamo detto tutto...

Più che pagelle oggi vorrei dare degli spunti:
  • Palacio, come disse Confucio, vi rompe il culo! Sembra sempre lì, un pò assonnato, un pò gobbo, ma non perde una palla e ha l'istinto del killer.
  • La difesa sembra migliorare ma il ritorno di Campagnaro sembra fondamentale. Peccato per l'ennesino infortunio di Samuel. Il suo sguardo mentre usciva faceva paura!
  • Guarin è un grande giocatore, non fosse che gli parte l'embolo ogni tanto e si allugna il pallone con tanto di fallo annesso assurdo. Però quando cerca di sfondare il palo da 8 metri fa gasare come una bestia.
  • Alvarez, non l'avrei mai detto, ma sta davvero giocando da dio. Resta il dato statistico che quando lui segna o la partita è già archiviata opppure perdiamo o pareggiamo. L'ultimo ostacolo da abbattere è quindi la rogna che si porta addosso, ma ci lavoreremo..
  • Cambiasso. Cambiasso. Non ha bisogno di aggettivi, lui è Cambiasso. Punto.
Il vostro GodEsteban vi saluta ricordandovi che mentre stava sfondando il record di permanenza sul divano (nel suo palmares finesttimanale Chelsea-Newcastle, Arsenal-Liverpool, Milan-Fiorentina, Livorno-Atalanta e Torino-Roma oltre all'Inter..) c'era chi stava perdendo sangue in una maratona infinita, ma soprattutto si stava perdendo un ridente pomeriggio di sport nell'operoso nord-est.
Bauscia torna subito, sta corazzata spetta à te!





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