domenica 11 maggio 2014

Grazie Capitano!

Maggio è un mese un po’ speciale. Il profumo dell’estate si fa più vivo, la scuola sta per finire, è tempo di arrivederci. Mese in cui l’italiano sub-medio che alberga in ognuno di noi vive un dramma interiore. Se da un lato, s’iniziano ad intravedere le prime caviglie fini ed accavallamenti degni di nota, dall’altro l’Homus Peronis sa che la solitudine lo accompagnerà in interminabili weekend. Per tre lunghi mesi, la sua fedele e stronza compagna sarà dissolta nel nulla, di lei avrà solo vaghe notizie riportate da feticisti del microfono come Pistocchi o Bargigia.


Ieri,  per noi interisti c’è stato l’arrivederci…..e poco importa se domenica saremo di nuovo in campo. L’atmosfera che c’era a San Siro ha sancito il triplice fischio sulla stagione e su un’epoca. Non solo per noi, ma credo per tutti quelli che amano il calcio. Una delle ultime bandiere ci ha salutato, e l’ha fatto come neanche Nino d’Angelo avrebbe potuto orchestrarlo. Terminiamo una stagione balorda, ma ieri sera…..” Damn it feels good to be an interista”. All’ingresso del capitano, Canary Wharf applaude….e poco importa sentirsi un pirla nel mentre. Quei quadricipiti, quella fascia, quel ciuffo sono stati per 20 anni certezze inossidabili. Nelle rughe di quel volto, ieri, noi interisti abbiamo rivissuto le nostre delusioni, sentito il palpito delle nostre coronarie ormai ostruite da birra e noccioline, abbiamo rivisto volti di gentaglia che si dileguava con gli anni mentre lui era ancora li. La videocamera si allontana, le rughe scompaiono, ora quello sguardo argentino, delineato da un ispirante ciuffo, sorretto da una fiera postura, ostenta al mondo chi siamo davvero. Ad un tratto, scompaiono le polemiche, le amarezze, gli sfotto. Ora sento in sottofondo la voce di Pizzul che si esalta al goal di Javier in finale di Coppa Uefa.....
.......mi rimbomba la trance agonistica di Massimo Marianella quando il capitano alza al cielo la Coppa più bella


…. Javier è commosso, San Siro un’orgia di amore per un campione, un campione vero. Atleta ineccepibile, mai una polemica, mai un’illazione sul suo conto, nulla….oserei dire quasi stucchevole. Non è insomma quel giocatore che ti fa sognare, che ti fa soffrire……Javier è come un papà….. è incondizionatamente li a volerti bene. Poco importa se non hai la sua maglia, poco importa che il tuo beniamino è il Ronaldo, il Recoba, il Djorkaeff, il Baggio, il Vieri, l’Adriano, l’Ibraimovic, l’Etoo, il Johnatan di turno….Zanetti è sempre lì, inamovibile, pronto a dirti che ti ama e a difendere i colori che condividiamo. Capitano di tanti trionfi, fiero combattente in ancora più sconfitte….. Ieri quando al minuto 7 del secondo tempo, entra in campo, lucidamente realizzo: è tutto finito! In quello swap tra presente e passato, entra il nostro passato Zanetti, esce il nostro futuro Johnatan e capisci che ora non può che arrivare il peggio. I versi dell’Apocalisse prendono senso….. l’interista, sublimazione del
tafazzismo più poetico, inizia a struggersi…. Ammetti a te stesso che su quella fascia, su cui un 41 enne sta seminando terrore portando a spasso venticinquenni come una signora porta i suoi carlini a cagare in via Montenapoleone, ci sarà il vuoto. Non ci si gaserà più con l’ululato di San Siro ad ogni falcata del El Tractor, ma solo fischi ed insulti per colui che proprio nel cambio di ieri sera, ha raggiunto l’apice della sua carriera. Insomma è proprio finita un’ epoca. Ultima bandiera di un calcio fatto di puro machismo e pohnature irreprensibili. Ultima bandiera di un calcio romantico come è stato quello che l’Inter ha regalato al mondo. E mi spiace per voi, che avete abbracciato altri colori, preferendo effimere gioie e illusioni….

Ma ieri Javier ha ribadito al mondo, col pugno sul cuore, e col braccio teso al cielo: Grazie a Dio, sono interista!

Il Bauscia


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